ciao a tutt*,
riceviamo e inoltriamo questo appello dall’Ambulatorio Medico Popolare
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dal 1994, un ambulatorio medico
gratuito , un consultorio autogestito, uno sportello contro gli abusi
psichiatrici, nella casa occupata di via dei Transiti 28 a Milano.
Ovvero una provocazione, per chi non vuole vedere quanti sono ancora i
diritti fondamentali negati a parti
importanti della popolazione.
Trenta visite gratuite ogni settimana, 5000 persone visitate in 17
anni, decine di incontri informativi e
formativi nelle scuole di italiano sui diritti sanitari dei migranti o
nella scuole superiori sulla contraccezione e sulla salute delle
donne, un centralino telefonico contro gli abusi psichiatrici,
accompagnamento agli
sportelli, assistenza, anche legale, a donne in difficoltà o a persone
sottoposte a trattamento sanitario
obbligatorio… un contributo sempre presente alle lotte cittadine e
nazionali dei migranti.
Il tutto ottenuto solo attraverso una attività volontaria di migliaia
di ore, l’autofinanziamento e la
riappropriazione ad uso sociale di uno spazio abbandonato e lasciato
al degrado dai proprietari.
Questo e’ l’Ambulatorio Medico Popolare: una provocazione che è
sopravvissuta e ha fronteggiato tutte le
giunte razziste e forcaiole che in questi 20 anni hanno devastato il
tessuto sociale di Milano
Questa è l’esperienza che rischia di chiudere, che ironia sarebbe,
proprio quando cambia il vento.
Ci vogliono sgomberare con la forza pubblica il 29 settembre 2011.
Il proprietario, che nel 2003 ha comprato per poche lire i locali, nel
frattempo rimessi a nuovo a nostre
spese, vuol mettere a frutto il suo «buon affare» e pretende pure un
risarcimento per presunti danni di oltre
15.000 euro.
Perche’ mai l’unica legge che prevale sempre debba essere quella del
profitto non lo capiremo mai.
Per questo non lo accettiamo, ma non chiediamo trattative o comodati o
corsie preferenziali.
Chiediamo di prendere atto di quanto stia pesando nella vita delle
persone il criminale cambiamento del
sistema sanitario nella nostra regione da “servizio” ad “azienda”. Il
che vuol dire, dalla riforma Formigoni del 2001, tanti e tanti soldi
ai privati modello Clinica Santa Rita, che fanno affari d’oro, e per
vecchi e nuovi
italiani ticket onerosi, e chiusura progressiva di servizi di grande
impatto sociale, consultori, area
dell’handicap e del disagio psico-sociale, aids e tossicodipendenza…
per migranti non in regola, si aggiunga l’impossibilità di accedere ai
servizi di medicina di base.
Nel nostro quartiere multietnico (non ce ne vogliano i leghisti, è
questo il futuro) vediamo anche la paura
delle percosse nel corso dei rastrellamenti, paura della lunga
prigionia nei CIE, paura dell’espulsione, la
rabbia per le truffe in corso di sanatoria, per gli affitti da rapina
a posto letto, per comportamenti razzisti e
discriminatori in uffici e strutture sanitarie, e soprattutto per
l’assoluta ricattabilità nel lavoro: la Bossi Fini non è una legge
sulla immigrazione, è una legge sul mercato del lavoro. Per tutto
questo collaboriamo con gli avvocati del Punto San Precario, perchè
anche la tutela legale gratuita è un diritto negato.
D’altra parte sappiamo che, se si vuole, si può: all’Ospedale San
Paolo un ambulatorio per migranti senza
tessera sanitaria, nato anche sotto l’impulso del nostro lavoro,
garantisce un servizio importante, peraltro
previsto dalla legge, con costi certamente inferiori a quelli
richiesti dalle camionette, dagli sgomberi dei
campi Rom, dalle retate sugli autobus, e porta le cure essenziali
dall’ambito del volontariato a quello, più
consono, del sistema sanitario pubblico. L’apertura di altre strutture
simili è uno dei nostri obiettivi.
Un altro nostro obiettivo, non sembri strano, è quello di chiudere: lo
faremo nel momento in cui a tutti e a
tutte venga garantito il diritto alla salute.
A questa nuova giunta non chiediamo nulla per la nostra associazione e
per i nostri collettivi ma abbiamo da porre sul tavolo tre richieste
politiche:
1) garantire, per quanto compete al comune, i diritti fondamentali per
tutti, lavorando per fare in modo che i
servizi comunali siano adeguati per tutta la popolazione
2) fare un appello alla regione perchè venga garantita la medicina di
base a tutti come già avviene in altre
regioni italiane
3) alzare una voce istituzionale contro la vergogna che si ripete
giorno dopo giorno nel CIE di Via Corelli
dove ogni sorta di sopruso viene praticato su persone rinchiuse fino a
18 mesi solo per mancanza di un
pezzo di carta, dove rivolte e pestaggi sono cronaca quotidiana da
quando sono stati vietati i cellulari.
Non essendoci le condizioni politiche per chiudere resisteremo ancora
una volta, e facciamo appello a tutta la città perchè ci aiuti a
proseguire la nostra esperienza e la battaglia per uno stato sociale
che garantisca a tutte le persone l’accesso gratuito al Servizio
Sanitario e in generale la dignità ad accedere a tutti i diritti
fondamentali.
28 SETTEMBRE CONCERTO ITINERANTE IN QUARTIERE
29 SETTEMBRE DALLE ORE 6 RESISTENZA ALLO SFRATTO, COLAZIONE SOLIDALE
poi “JAM SESSION DELLE PAROLE PERDUTE” CON DANIELE BARBIERI
30 SETTEMBRE CENA POPOLARE