Cari amici e amiche, purtroppo abbiamo brutte notizie da darvi.
L’amministrazione comunale ha emesso un’ordinanza di sgombero forzoso dei locali in cui abbiamo sede se non li lasceremo liberi entro 30 giorni dalla notifica della suddetta ordinanza, cioè il 26 luglio prossimo.
Non possiamo nascondere che la notizia ha suscitato in noi molta amarezza e rabbia.
Amarezza perché gli anni che abbiamo trascorso in questo spazio sono tanti, e per noi attivisti e tutti quelli che hanno partecipato alle nostre iniziative, condiviso le nostre idee e i nostri sforzi, è diventata una seconda casa.
Ci abbiamo messo tempo (senza alcun ritorno economico) e impegno, unicamente perchè spinti dall’esigenza di portare anche sul nostro territorio l’idea e la pratica di vivere gli spazi e le relazioni tra persone non finalizzate a interessi economici o di altro tipo, ma solo basandosi su relazioni tra pari e di creare un luogo che fosse realmente inclusivo, in cui chiunque potesse far fiorire idee e progetti per una società più giusta.
Rabbia perché, non abbiamo paura a dirlo, siamo stati presi in giro.
Come spiegare altrimenti gli incontri che ci sono stati concessi, le parole di apprezzamento del nostro operato se poi, alla richiesta concreta di regolarizzare la nostra situazione, le trattative vengono interrotte e la giunta prende a rispondere solo in forma scritta, non entrando più nel merito delle questioni, ma ribadendo solo che da quei locali ci vuole buttare fuori?
L’unica risposta che ci viene è che si è trattato di una farsa malriuscita, messa in atto dalla giunta al solo scopo di salvare le apparenze e mostrare una volontà di dialogo che, però, questi ultimi fatti hanno dimostrato chiaramente non esserci.
Da parte nostra, per evitare che la giunta adottasse comportamenti di questo tipo, dopo aver ricevuto l’ultima lettera da sindaco e assessori avevamo dato mandato ad un avvocato, il quale ha diffidato la giunta dal compiere atti del genere (in quanto non siamo occupanti abusivi, avendo le chiavi dall’amministrazione precedente, come risulta da verbale di consegna), ricordato loro che dispongono di tutti gli strumenti legislativi del caso per regolarizzare la nostra posizione e ribadire che siamo disposti anche a pagare un affitto. Ma all’ennesima richiesta formale di incontro, non solo nostra ma anche da parte dell’avvocato, il Sindaco ha sprezzantemente risposto di no, “perché la Giunta aveva già deciso”.
Non solo, nell’ordinanza si parla di “reiterati solleciti”, che sarebbero avvenuti nel corso di questi anni, che esistono solo nella fantasia dei nostri interlocutori, visto che noi non ne abbiamo traccia ed a noi non sono mai stati presentati.
La notizia è di pochi giorni fa e non abbiamo ancora deciso come reagire a questa situazione, a breve riceverete nostri aggiornamenti.
Il Collettivo della Casa in Movimento