Condividiamo qui alcune riflessioni sui temi della Resistenza e della Liberazione. Prima del 25 aprile, infatti, ci siamo chiesti perché scendere in piazza e che valore ha questa data per noi. Ci auguriamo che possano essere utili per stimolare il pensiero e l’azione collettiva.
Perché siamo in piazza?
Per necessità: sul territorio colognese c’è un vuoto. Infatti chi ha e diffonde un punto di vista aperto e progressista è quasi assente dall’arena pubblica e difficilmente riesce a far sentire la sua voce. Quindi vogliamo indirizzare i nostri sforzi verso il superamento di questo vuoto.
Cos’è la Resistenza? Cos’è la Liberazione?
La Resistenza non è un risultato ma un processo. La Liberazione non è un qualcosa dato una volta per tutte, ma bisogna sempre vigilare per conservarla, affinché non ci venga scippata sotto il naso. In altre parole, la Resistenza non è solo l’evento storico di 71 anni fa, ma un modo di stare nella società, di pensare e di agire. Non ci interessa tanto partecipare a celebrazioni ingessate di cose del passato, quanto contestualizzare oggi lo spirito di chi allora decise di passare all’azione.
Chi resiste oggi?
Resiste chi non si rassegna al senso comune dei Salvini e dei vari imprenditori della paura e dell’odio. Chi rifiuta semplificazioni demagogiche (noi contro loro, occidente contro islam, italiani contro migranti, ecc) a vantaggio di riflessioni che tengano conto della complessità dei fenomeni sociali, economici e politici. In particolare, troviamo sbagliata l’idea di sicurezza che alcuni politici (anche a Cologno) diffondono: soffiano su rabbia e paura causate dalla crisi tra la gente comune; danno la colpa a chi sta ai gradini più bassi della società o a chi sta ai margini. Ma secondo noi sicurezza vuol dire avere un lavoro dignitoso con un salario equo, servizi gratuiti ed efficienti, il diritto di tutte e tutti ad avere casa, scuola, cure mediche.
Resiste soprattutto chi, come rifugiati e migranti, sfida con il proprio corpo ed il proprio vissuto confini, muri, filo spinato, una gestione dell’Europa che blocca gli esseri umani e lascia circolare liberamente merci e capitali.
Resiste anche chi si oppone alle politiche di austerità, chi si batte per la salvaguardia dei beni comuni contro privatizzazioni e profitti a vantaggio di pochi. Resiste chi continua a lavorare per il comune e non ci sta a vivere e considerarsi come un individuo isolato, perché dalle situazioni di crisi si esce o in forma collettiva o non se ne esce affatto. Pensiamo che la politica non sia solo la ricerca di facile consenso, o autoritarismo personale periodicamente confermato da referendum, o peggio ancora un territorio per le scorribande e i profitti di lobby e poteri forti. La politica è la gestione della vita comune degli esseri umani. E a noi interessa una politica abbia un orizzonte alto: una società più giusta, senza sfruttamento, senza guerre, senza disuguaglianze.
Questo invece è il volantino che abbiamo distribuito durante il corteo del 25 aprile a Cologno come Casa in Movimento. Come resiste la Casa? Con pensiero critico, accoglienza, gratuità, collettività.