SIAMO TUTTI SULLA TORRE!

 

Dal 5 novembre scorso tre persone hanno deciso di occupare la torre dell'ex stabilimento Carlo Erba a Milano, in via Imbonati. Da allora vivono, mangiano e dormono lì sopra: è facile immaginare in quali condizioni.

È un gesto estremo di chi vuole fare sentire la propria voce, con dignità. Di chi viene da un altro Paese, lavora qui e vuole farlo legalmente, ma non può a causa di una legge (la Bossi-Fini) che di fatto impedisce anche a chi vuole lavorare il permesso di soggiorno, attraverso una trafila burocratica dal costo insostenibile per chi non ha denaro a sufficienza.

È il gesto disperato di chi, dopo aver lavorato nella clandestinità, sopportato condizioni e orari massacranti per mantenere se stessi e la propria famiglia nel proprio Paese d'origine, ha tentato con l'ultima sanatoria proposta dal governo di emergere da questa situazione disperata, per poter finalmente essere uguale a tutti noi di fronte alla legge.

 

Per questa sanatoria occorreva pagare una tassa di 500 euro ed essere colf o badante con un datore di lavoro.

Inizialmente era previsto che fosse necessario non avere subito precedenti provvedimenti di espulsione, ma questa condizione è stata successivamente cancellata per poi, a giochi fatti, essere inspiegabilmente reintrodotta, rendendo di fatto inutile la domanda di chi rientrava in questa categoria.

Con questa truffa legalizzata il governo fa soldi sulla pelle dei più deboli e non solo di chi lavora, ma di chi lo fa nelle condizioni peggiori, perché sottoposto al ricatto del permesso di soggiorno. Di più: con la scelta di voler regolarizzare solo due categorie di lavoratori ancora una volta dimostra che in questo Paese la legge non è uguale per tutti.

 

Siamo qui oggi non solo per denunciare questo gesto vigliacco da parte di quella che dovrebbe essere un'istituzione democratica, ma per sostenere e dar voce a questa protesta. Per far sì che in Italia non ci sia più gente che debba lavorare nell'ombra della clandestinità, ma che lo faccia come anche noi italiani vorremmo fare, cioè in condizioni dignitose e alla luce del sole.

 

Riteniamo sia un gesto di riconoscenza sostenere chi ha costruito le case in cui abitiamo, pulito le strade per le quali camminiamo, raccolto dai campi il cibo che troviamo nei nostri supermercati.

Chi non ha modo di lavorare nel proprio Paese per colpa di un governo corrotto come il nostro.

Chi non può alzare la voce contro il vero nemico, ossia chi ci licenzia e ci sottopaga solo per aumentare i propri guadagni.

 

Pensiamo, quindi, che questa sia l'occasione giusta per unirci ai nostri fratelli migranti e chiedere a gran voce lavoro, dignità e diritti per tutti, italiani e non italiani.

 

SIAMO TUTTI SULLA TORRE!